Modulo 1: Gestire le differenze individuali: una pluralità di interventi

1F - Adattare i compiti ai discenti: una didattica variegata

 

Nell'ottica che abbiamo illustrato all'inizio di questo modulo, l'inevitabile eterogeneità di un gruppo in situazione di apprendimento istituzionale (e che, ricordiamolo, comprende dunque a tutti gli effetti anche l'insegnante) comporta in primo luogo la necessità di un adattamento e di una mediazione: in fondo, la situazione di classe esemplifica il più generale principio secondo cui l'individuo si evolve in un incessante rapporto con l'ambiente in cui vive.

Da una parte, perciò, un punto di partenza inequivocabile consiste nel riconoscere e assecondare le differenze individuali, andando incontro alle diverse esigenze dei membri del gruppo-classe. Per la prassi didattica quotidiana, questo comporta una didattica il più possibile variegata, cioè un'alternanza di stimoli visivi, uditivi, cinestetici; di approcci analitici-riflessivi-sistematici e globali-impulsivi-intuitivi; di attività individuali, di coppia, di gruppo e a classe intera. Questa alternanza potrà così assicurare che a ciascuno sia garantito un parziale adattamento al proprio personale stile di apprendimento: nell'ambito di un "segmento" di apprendimento, sia esso di tipo temporale (una lezione, una settimana ...) o di tipo strutturale (un'unità, un modulo ...), ogni studente potrà così sfruttare i suoi punti di forza proprio perchè l'insegnante adatta i compiti ai discenti.

E' interessante a questo proposito fare due osservazioni.

La prima osservazione è che questo adattamento può riguardare svariati settori di differenziazione: contenuti, obiettivi, supporti, dispositivi, aiuti e guide, metodi ... - secondo la casistica proposta dal progetto LEND - vedi Puren (1). In particolare, riteniamo che sia opportuno distinguere tra una varietà di compiti e una varietà di approcci. La varietà dei compiti presuppone un'alternanza di attività (attività comunicative ricettive e produttive, scritte e orali; ma anche attività centrate sul sistema linguistico - grammatica, lessico, fonetica - e di riflessione sulle lingue e sulle culture) all'interno del segmento di apprendimento preso in esame; la varietà degli approcci presuppone che la stessa attività venga proposta con modalità variate. Ad esempio, il trattamento della grammatica può giovarsi di

·         approcci deduttivi (studio delle "regole" e loro applicazione in esercizi manipolativi: a vantaggio, ad esempio, di "stili" sistematici, convergenti) e approcci induttivi ("scoperta delle regole" attraverso l'osservazione sistematica, la formulazione e la verifica di ipotesi: a vantaggio di "stili" più intuitivi e divergenti);

·         focalizzazione sulle "forme" e sulla loro correttezza (a vantaggio di "stili" analitici e riflessivi) e focalizzazione anche sui significati e gli scopi comunicativi (a vantaggio di "stili" più globali e intuitivi);

·         lavori individuali (ad esempio, con la possibilità di controllare le chiavi degli esercizi in fondo al libro di testo o su schede: a vantaggio di "stili" indipendenti) e lavori a gruppi (ad esempio, con una correzione degli esercizi in coppia: a vantaggio di "stili" più dipendenti);

·         attività dagli esiti ben definiti (come esercitazioni "chiuse": a vantaggio di "stili" cauti e poco disponibili al rischio) e attività dai contorni volutamente più incerti (dal dialogo su traccia ai giochi di ruolo: a vantaggio di "stili" meno ansiosi, più tolleranti dell'ambiguità);

·         ... e, naturalmente, tutte le possibili combinazioni di queste opzioni.

La seconda osservazione è che l'adattamento dei compiti ai discenti può realizzarsi in maniera sequenziale (tutti gli studenti eseguono in sequenza gli stessi compiti, variati in modo tale che, "a turno", ciascuno trovi uno o più compiti che si adattano al suo "stile") o in maniera simultanea (la classe si divide in gruppi, che nello stesso arco temporale eseguono compiti diversi - "diversi" per uno o più dei fattori di differenziazione sopra citati). In questo secondo caso si parla più propriamente di "pedagogia differenziata".

 

Un momento per riflettere ...

In questa sezione abbiamo considerato la possibilità di variare il "menu" offerto agli studenti, in modo da proporre compiti e modalità di svolgimento dei compiti tali da coprire una vasta gamma di stili di apprendimento.

(1) Puren, C. 2001. Formarsi alla pedagogia differenziata in didattica delle lingue. Programma di Cooperazione Europea n. 39686-CP-3-99-1-BE - Lingua A. Si veda il sito di LEND Europa.

 

Procedi alla Sezione 1G.

 

Home   Presentazione   Autoformazione   Collegamenti   Pubblicazioni   Rilassati ... con stile

 www.learningpaths.org   luciano.mariani@iol.it