MODULO
C
MOTIVAZIONI
E INTERESSI
C1 C’E’ UNA
RICETTA PER IL SUCCESSO?
OBIETTIVI
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- Scoprire
quali fattori sono personalmente ritenuti più importanti per “avere
successo”, e come queste convinzioni condizionano le proprie scelte e i
propri comportamenti
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TEMPI INDICATIVI
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SVOLGIMENTO
ATTIVITA’
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FASI 1-2
- Con
l’aiuto delle domande iniziali, sollecitare un primo scambio di opinioni
sui fattori che “pre-dispongono” una persona ad agire (o a non agire).
Notare quali configurazioni di fattori emergono dalla discussione, e se
compaiono opinioni prevalenti nel gruppo-classe. Cercare di mantenere la
discussione il più neutra possibile, evitando di dare o sollecitare
giudizi di valore.
- Spiegare
che si può diventare più consapevoli delle proprie convinzioni anche
riflettendo su quanto pensano altre persone, come nell’attività che ci
si accinge a svolgere. Chiarire che si tratta di una raccolta di
opinioni personali, che nessuno sarà obbligato a divulgare.
- Decidere
se far svolgere di seguito l’attività della Fase 1 e quella della Fase
2, oppure se farle eseguire in momenti distinti, intervallate da una
breve discussione.
FASE 3
- Decidere
se invitare gli studenti a scambiarsi prima le loro opinioni in piccoli
gruppi, oppure se passare direttamente ad un confronto in plenaria. Il
piccolo gruppo richiede, molto più che la plenaria, una “divulgazione” e
una condivisione di opinioni su tematiche in qualche misura delicate: è
dunque necessario che gli studenti si conoscano abbastanza bene e che
l’atmosfera di classe sia generalmente positiva.
- Nella
discussione, oltre a notare le opinioni prevalenti e a prestare
attenzioni a eventuali posizioni “estreme”, cercare di presentare o far
emergere, e poi di far valutare, gradatamente e con il necessario tatto,
l’idea che i fattori “interni” come l’impegno e lo sforzo costante, o la
conoscenza e l’uso di opportune strategie, sono sicuramente più
“controllabili” di fattori “esterni” come la fortuna o le condizioni
favorevoli (vedi la Scheda informativa qui sotto).
- I
risultati di questa attività, come in genere di tutte quelle attività
che mettono in gioco fattori di personalità individuale, non potranno
essere valutati a breve termine. Lo scopo non è tanto quello di cambiare
direttamente le convinzioni e gli atteggiamenti degli studenti, quanto
quello di aumentarne la conoscenza e la consapevolezza, da parte degli
studenti e degli insegnanti, in modo che le successive scelte
pedagogiche e didattiche ne possano essere avvantaggiate.
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SCHEDA
INFORMATIVA: Motivazione e attribuzioni causali
Gli studi sulla motivazione hanno messo in risalto la complessità
di questo concetto, ed in particolare il fatto che non si tratti soltanto di
una configurazione di convinzioni, atteggiamenti e sentimenti individuali, ma
anche del risultato di una complessa interazione tra l’individuo ed il
contesto. In tal modo la motivazione non è vista come un pre-requisito, una
condizione pre-esistente, un dono di natura … quanto piuttosto come un
obiettivo educativo, una competenza che può essere appresa attraverso l’interazione
con l’ambiente.
Di particolare rilievo in qualsiasi discussione sulla motivazione
sono
- il ruolo
del feedback che forniscono l’insegnante e i materiali didattici
agli studenti;
- le
caratteristiche dei compiti che vengono proposti;
- l’influenza
delle convinzioni e degli atteggiamenti personali.
Per limitarci alla tematica proposta in questa attività, di
fondamentale importanza sono le attribuzioni causali, ossia le
convinzioni degli individui riguardo all’origine e alla durata
delle cause dei loro successi e fallimenti:
LE ATTRIBUZIONI CAUSALI
INSTABILI
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sforzo | fortuna
|
INTERNE----------------------------ESTERNE
|
capacità | contesto
|
STABILI
L’individuo può attribuire i risultati delle proprie prestazioni
- a cause
instabili e interne, come lo sforzo e l’impegno, o (di particolare
importanza per gli interventi didattici) l’uso di opportune strategie
di apprendimento;
- a cause
instabili ed esterne, come la fortuna, la facilità del compito o
l’occasionale presenza di “aiuti” esterni;
- a cause
stabili ed esterne, come i fattori del contesto (ad esempio, un “bravo” o
“generoso” insegnante, o un “buon” libro di testo);
- a cause
stabili ed interne, come l’intelligenza, le capacità, le attitudini e le
predisposizioni personali.
Gli atteggiamenti e i comportamenti degli individui saranno molto
diversi a seconda del loro sistema attribuzionale. Se ritengo che un mio
risultato negativo sia dovuto a cause esterne instabili, come la fortuna, potrò
sperare in tempi migliori. Se ritengo invece che un mio fallimento sia dovuto a
cause interne instabili, come il mio sforzo e il mio impegno, o il mancato uso
di strategie adeguate, potrò decidere di lavorare di più, o di mettere in atto
strategie più efficaci, in quanto mi sentirò comunque in grado di controllare
me stesso. In tutti questi casi la mia immagine come studente e la mia autostima
non saranno compromessi.
Ma se ritengo, al contrario, che il mio insuccesso sia dovuto a
mia incapacità o mancanza di intelligenza o di attitudini, non mi sentirò di
avere molto controllo su me stesso, in quanto generalmente l’intelligenza o le
attitudini sono considerate come fattori relativamente stabili, quindi poco
modificabili. Di conseguenza ne soffrirà anche il mio concetto di autostima.
Le attribuzioni causali sono strettamente legate alle aspettative
di successo o di fallimento: attribuzioni stabili negative, in particolare
interne, generano aspettative altrettanto negative che, combinate con la scarsa
propensione ad impegnarsi in uno sforzo costante, producono spesso
effettivamente risultati negativi. Il ripetersi di un ciclo di questo tipo può
portare alla cosiddetta “impotenza appresa” (learned helplessness), in
cui si può arrivare al disimpegno e alla rassegnazione totali.
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SUGGERIMENTI BIBLIOGRAFICI
- De Grada,
E., Mannetti, L. L’attribuzione causale. Teorie classiche e sviluppi
recenti. Bologna, Il Mulino, 1988.
- Gatti, R.
Saper sapere. Firenze, La Nuova Italia Scientifica, 1992.
- Marini,
F. Successo e insuccesso nello studio. La teoria attribuzionale della
motivazione scolastica. Milano, Franco Angeli, 1990.
- Polito,
M. Guida alla studio: la motivazione. Padova, Franco Muzzio, 1997.
- Stipek,
D.J. La motivazione nell’apprendimento scolastico. Fondamenti teorici e
orientamenti operativi. Torino, SEI, 1996.